Al confine tra Cure e Campo di Marte, a metà discesa da Ponte al Pino a via Campo d’Arrigo, la graziosa osteria di Francesco Carzoli accoglie con gentilezza in un ambiente confortevole e sereno. Il bianco domina pareti, soffitto e risplende anche sui tavoli. Un buon mix tra moderno e tradizionale. Colpisce l’originalità e l’audacia del menù: piatti sì della tradizione, ma di quella spesso dimenticata. Con spazio per tutti i gusti dal mare alla terra, fino al vegetariano. Un bel mix presentato al meglio dai due chef: Matteo Caccavo, originario del Mugello e Wendy Ulacia da Cuba. In sala Francesco dialoga con i commensali con l’esperienza e il garbo di chi conosce questo mestiere da una vita e sul quale ne ha anche costruita una.
Ideale anche a PRANZO con diverse formule:
1 antipasto con coperto, caffè e acqua - 11 euro
1 primo con coperto, caffè e acqua - 13 euro
1 secondo con coperto, caffè e acqua - 15 euro
2 piatti con coperto, caffè e acqua - 21 euro
EVENTI DEL MESE
Domenica 17 novembre a pranzo, appuntamento con Italia Enogastronomica: “Il Trentino fra Alto Garda, Valsugana e Val di Non”, menù ricco di sapori di montagna con i vini di Villa Corniole.
Domenica 1 dicembre a pranzo “Il Piemonte dei grandi bianchi - Derthona, i suoi colli e la provincia di Alessandria” con i vini dell’azienda Claudio Mariotto. Inoltre l’Osteria Pratellino è ideale per organizzare cene degli auguri natalizie con amici e colleghi anche con menu personalizzati per ogni occasione.
OSTERIA IL PRATELLINO
Via del Pratellino 44r – 055 0203832 – aperto pranzo e cena, chiuso lun e dom a cena - info e prenot. osteriapratellino@gmail.com
INTERVISTA PATRON - FRANCESCO CARZOLI MARZO 2024
Al confine tra Cure e Campo di Marte, a metà discesa da Ponte al Pino a via Campo d’Arrigo, la graziosa osteria di Francesco Carzoli accoglie con gentilezza in un ambiente confortevole e sereno dove ci attende un mese vivace. In questo ristorante di quartiere che sa coniugare tradizione e innovazione con una cucina insolita e curiosa.
Raccontaci la tua idea di locale, cosa non deve mancare?
Un buon piatto, ma oggi non basta più. Serve un’accoglienza calorosa, un servizio attento, sorridente e rilassato e la voglia di trasferire agli ospiti quella passione che ci contraddistingue. Abbiamo scelto la formula dell’osteria per riportare in auge uno dei locali del Campo di Marte che risale alla fine degli anni ‘50 del ‘900.
Il punto di forza della tua cucina?
Toscana, ma distintiva, insolita e curiosa. Lontana dagli stereotipi e vicina alle tradizioni rurali adeguate alle moderne esigenze alimentari. Il punto di forza è il nostro staff capace di trasformare materie prime d’eccellenza in piatti che riportano alla mente profumi e sapori di un tempo.
Convinci una persona con tre parole a venire a cena da te.
Convivialità, cucina 99% made in Toscana insolita e curiosa e oltre 120 etichette di vino solo toscane.
Da ristoratore e imprenditore quali pensi siano le criticità del settore oggi?
Trovare collaboratori validi che apportino valore al locale. Questo ci impone di riflettere sulla qualità della vita del nostro settore. Far innamorare le nuove leve a questo lavoro dando loro prospettive e valorizzandone le caratteristiche. Formazione senza sfruttamento, ore di lavoro e paghe eque alla quale deve però corrispondere la volontà di fare di questo lavoro.
Altra criticità è la scarsa sinergia logistica con agricoltori/allevatori che, migliorata, porterebbe vantaggi economici e qualitativi a entrambi i settori.
Come vive un locale come il tuo questa dimensione così prepotentemente turistica di Firenze emersa negli ultimi tempi?
Noi ci troviamo lontano dalle rotte del turismo di massa e concentriamo i nostri sforzi nella ricerca e fidelizzazione della clientela locale. Ciò non vuol dire snobbare il turismo, ma offrire a chi viene da noi la possibilità di un’esperienza di vera, autentica, tradizionale, insolita e curiosa, cucina fiorentina e toscana.
Tutti i ristoratori che ascoltiamo vorrebbero sempre più fiorentini nei propri ristoranti: qual è secondo te una caratteristica essenziale per attrarli?
I fiorentini percepiscono la fiorentinità del locale, dallo staff, dell’accoglienza (tutta particolare quella fiorentina), oltre a piatti che gli riportino alla mente legami sia familiari che territoriali. Una cucina tradizionale con un occhio al millennio nel quale operiamo e alle moderne esigenze alimentari, un’accoglienza calorosa, ironica e scanzonata e un conto corretto, senza sconti a prescindere, dando il vero valore a quello che viene proposto.
In breve, facci venire l’acquolina in bocca, raccontandoci i piatti salienti del menù di stagione…
Menu Primavera: Bocconcini di trota Fario del Casentino alla Torrigiani; Insalata di baccelli freschi, mousse di pecorino e spalla di cinta senese croccante; Tagliolini freschi al ragù di agnello e asparagi; Capretto nostrale al forno con asparagi all'olio EVO bio.
RECENSIONE OTTOBRE 2022 - Osteria Pratellino: riscoprire la Tradizione
Al Pratellino si è accolti con gentilezza in un ambiente confortevole e, diremo, pacifico. Il bianco domina pareti, soffitto e risplende anche sui tavoli. Un buon mix tra moderno e tradizionale. Ad arricchire le sale si alternano esposizioni artistiche temporanee che vivacizzano l’ambiente.
Colpisce l’originalità e l’audacia del menù che propone piatti sì della tradizione, ma di quella troppo spesso dimenticata. Con spazio per tutti i gusti dal mare alla terra, fino al vegetariano. Un bel mix presentato ed eseguito al meglio dai due chef: Matteo Caccavo, originario del Mugello e Wendy Ulacia da Cuba. In sala Francesco dialoga con i commensali con l’esperienza e il garbo di chi conosce questo mestiere da una vita e sul quale ne ha anche costruita una.
Qui trovano spazio i tagli di carne meno comuni, ma non per questo meno validi, e anche sul pesce la direzione è la stessa. In primo piano i prodotti regionali con materie prime da filiere certificate, a Km0, Presidi Slowfood e da agricolture biologiche. Piatti ispirati da antiche ricette tradizionali realizzati con moderne tecniche di cottura e presentazioni contemporanee che emozionano i palati e scaldano i cuori.
A pranzo diverse formule che vanno incontro all’esigenze tipiche di questo orario. Il menù tende a variare secondo disponibilità giornaliera di prodotti freschi e stagionali. Inoltre la domenica a pranzo eventi speciali dedicati alle regioni italiane con menù fisso in abbinamento ai vini della regione protagonista.
I PIATTI DA PROVARE
1. Mattonella di lesso di Chianina con giardiniera, salsa verde e salsa piccante fatta in casa
2. Collo di gallina ripieno con salsa verde e maionese fatte in casa
3. Paccheri di fave etrusche bio, riso nero e spirulina con ragù di pesce
4. Gnocchi di patate artigianali al ragù bianco di faraona
5. Fagiano in umido con purè di patate
6. Spicchi di zucca arrosto con passato di carote allo zenzero e cavolo verza saltato all’aceto
7. Frittura di pesce d’acqua dolce e verdure di stagione con maionese fatta in casa