"Basta chiacchiere sui ristori: la vera e unica battaglia da fare è per riaprire in sicurezza!"
INTERVISTA ESCLUSIVA: parla uno dei grandi ristoratori della Toscana.
“Lasciamo perdere la storia dei ristori, nella migliore delle ipotesi arrivano solo briciole. La vera battaglia da fare è in realtà quella per riaprire i nostri locali in sicurezza. Da tempo sono state stabilite ed eseguite linee guida precise (limitazione dei coperti, sanificazione, mascherina, distanziamento…) e nessuno si è infettato andando a pranzo o a cena. Ora basta! VOGLIAMO LAVORARE, nel rispetto delle regole e delle tante spese fatte per eseguirle!”
Parla con il cuore e la testa uno dei più importanti ristoratori-chef toscani che con noi chiede di mantenere l’anonimato “visto il clima di caccia alle streghe/untore che si respira in Italia”.
Curioso destino quello di Chef e Ristoratori: dalla gloria mediatica di appena un anno fa alla gogna economica del 2020, tutto a causa del virus, o no? Sono le vittime più famose e discusse dei provvedimenti governativi contro la pandemia, costretti praticamente a chiudere l’attività, salvo qualche saltuaria apertura a singhiozzo a pranzo e la concessione dell’asporto, considerato dai più una cura palliativa. È anche l’unico settore dell’economia italiana colpito pesantemente dalle restrizioni e dalle chiusure (con turismo, cultura e socialità), ad aver espresso un movimento autonomo di protesta (Ristoratori Toscana, M.I.O., ecc..) che ha raccolto migliaia di adesioni e prodotto iniziative di forte visibilità mediatica. Ad oggi persegue principalmente la richiesta di ristori economici, come del resto fanno da sempre ConfCommercio e Confesercenti, storiche associazioni di categoria.
Oggi siamo in zona gialla, quindi potete aprire a pranzo. Soddisfatto?
“Che fai, prendi per il c…? – sbotta ridendo il nostro intelocutore, uno dei più famosi chef-imprenditori della ristorazione toscana (preferisce mantenere l’anonimato “visto il clima di caccia alle streghe/untore che si respira in Italia”). Qui la situazione è disastrosa. A marzo scorso abbiamo retto al meglio, grazie solo alla cassa integrazione ovviamente. Ma ora da novembre siamo chiusi, abbiamo perso tutto il mese delle feste, decine e decine di dipendenti in cassa integrazione con stipendi quasi dimezzati, fornitori senza sbocchi, proprietari degli immobili con il fiato sul collo, anche se diversi si rendono conto che non hanno molte alternative….”
Mai i famosi ristori non vi aiutano?
“Ma per favore… qualcosa è arrivato, ma non a tutti. Ma non si può contare su questo, non si può pensare di reggere così. Bisogna cambiare marcia. Lo dico alle associazioni di categoria e anche a questi giovani dei Ristoratori Toscana e del M.I.O. che si danno tanto da fare. Con i ristori non si va da nessuna parte. Sono pochi e non per tutti. In ogni caso non si può contare su questo. Poi questo governo pensa che i ristoratori sono evasori, lo ha detto platealmente Bersani, che è il capo di Speranza e chiunque di noi ha un po’ di sale nella zucca sa benissimo cosa pensano e quindi ci tengono al palo scaricando su di noi e sul mondo del commercio la loro insipienza e incapacità a fare l’unica cosa che serviva e serve, rafforzare in modo importante la sanità, sul territorio e negli ospedali. Poi ci sono anche politici che la pensano diversamente, come il Presidente Giani, ma le decisioni le prendono a Roma.
Quindi per te la soluzione è riaprire, rovesciando questa narrazione mediatica e politica che vede nei ristoranti dei luoghi pericolosi per la diffusione del virus?
Ma certo! Bisogna spostare l’obbiettivo della protesta su questo, non asserragliandoci in rivendicazioni sindacali che non avranno nessun esito significativo. Invece troviamo alleati, nei nostri clienti innanzitutto, rompiamo l’isolamento in cui cercano di confinarci, serve una battaglia comune a favore di una ritrovata socialità sempre più necessaria e auspicata. In sicurezza ovviamente, con la mascherina e seguendo le regole, ovvio”.