Dieta e Ambiente ai tempi del Covid

Abbiamo incontrato, a distanza, la biologa nutrizionista Chiara Pagliai, per parlare di alimentazione.

Dopo la laurea in Scienze Biologiche a Firenze Chiara Pagliai si specializza in Scienza dell’alimentazione a Siena. Grande passione per l’alimentazione e per come questa influenza la nostra vita. Si occupa di alimentazione in generale, diete per patologie, sportivi e soprattutto percorsi di educazione alimentare per adulti e bambini.
Oggi opera, a Firenze via D. Cirillo,  2A (zona cure) e ad Arezzo in via della Rena 18 (info 347 9903797 - www.nutrizionista-firenze.it - Facebook dottoressa Chiara Pagliai biologo nutrizionista, Instagram nutrizionistafirenze).

Come è cambiata la tua professione e il rapporto con i tuoi clienti dopo il Covid-19?
Le visite in ambulatorio sono riprese con tutte le misure necessarie, ma negli ultimi mesi sento i miei pazienti molto più al telefono, via mail o con videochiamate perché è importante mantenere una comunicazione attiva, che non mollino e si lascino andare.
 È un periodo molto difficile per il nostro paese e per tutto il mondo, la popolazione si è trovata a dover modificare la proprie abitudini, anche alimentari. Come dico ai miei pazienti è importante pianificare la giornata, fare cinque pasti al giorno (colazione pranzo cena e due spuntini) e consumare almeno cinque porzioni tra frutta e verdura durante la giornata. Idratarsi bevendo acqua, tisane infusi e cercare di fare attività fisica. 

L’alimentazione è oggi uno dei temi di maggior interesse a livello mondiale ed è legato in qualche modo anche a quello dell’ambiente. Quali sono a tuo parere le nuove frontiere in questo campo?
Considerare alimentazione e ambiente come elementi separati è un errore: la produzione di cibo sostenibile è l’unica strada per affrontare la crisi delle risorse. Produrre cibo presenta altissimi costi e non solo economici. Pensiamo agli sprechi idrici per produzioni agricole e allevamenti, le emissioni inquinanti prodotte da bestiame e pesticidi chimici. La strada per un’alimentazione sostenibile passa attraverso lo sviluppo di tecnologie innovative per l’agricoltura e la scelta di colture alternative senza prescindere da un cambiamento culturale che porti ad una maggiore consapevolezza di come arriva nelle nostre tavole il cibo che stiamo mangiando. 
Ogni cibo inquina più o meno in base alle lavorazioni necessarie a produrlo. Questo può essere misurato con un valore che si chiama “carbon footprint”, ovvero la quantità di gas serra emessa direttamente o indirettamente durante tutto il ciclo produttivo di quel alimento.

La cura del nostro pianeta parte anche dalla nostra tavola. 

Carnivori vs Vegani… Come affronti questa eterna diatriba nelle tue diete?
Il mio consiglio è di scegliere principalmente cibi di origine vegetale, possibilmente stagionali e locali, oltre a variare l’alimentazione, limitando il consumo di alimenti trasformati. La carne viene spesso presa di mira ma scegliendo prodotti che provengono da animali allevati a terra, con rotazione e ricognizione dei terreni scelti per l’allevamento, liberi di muoversi e non trattati con antibiotici e mangimi particolari: possiamo consumarne una quantità necessaria a introdurre nel nostro organismo importanti nutrienti essenziali.
Per quanto mi riguarda utilizzo il cibo per vivere meglio e in buona salute. Non sono favorevole ad un’alimentazione in cui vengono eliminati e demonizzati alcuni alimenti. Quello che cerco di capire è l’eventuale carenza nutrizionale a cui vanno incontro alcuni regimi alimentari seguiti per ragioni etiche sulle quali non mi permetto di dare nessun tipo di giudizio.
Per i vegani sarebbe importante un controllo periodico dei valori ematici e integrare quando necessario per non incorrere in problematiche, cardiovascolari o neurologiche. I carnivori invece, dovrebbero sforzarsi di introdurre almeno 5 volte al giorno frutta e verdure e incrementare utilizzo di legumi e cereali integrali. 

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