L’incanto di Orfeo
A Palazzo Medici Riccardi una mostra dedicata alla figura chiave della mitologia greca al centro di assoluti capolavori dall’antichità alla contemporaneità.
È dedicata alla figura chiave della mitologia greca la grande mostra che inaugura mercoledì 20 marzo a Palazzo Medici Riccardi. 60 opere dall’antichità alla contemporaneità provenienti da importanti musei italiani e internazionali.
A cura di Sergio Risaliti e Valentina Zucchi, L’incanto di Orfeo, presenta opere provenienti da prestigiose istituzioni culturali italiane e internazionali – dalle Gallerie degli Uffizi al Museo Nazione del Bargello, dal Louvre di Parigi alle Gallerie Belvedere di Vienna, dal MANN di Napoli all’Accademia Carrara di Bergamo, dal Mart di Trento e Rovereto al Kunsthistorisches Museum di Vienna al Museo di San Marco di Firenze - oltre che da collezioni private, con lavori di Tiziano e Rembrandt, De Chirico e Feuerbach.
A partire dalla presenza emblematica della statua di Orfeo di Baccio Bandinelli nel cortile principale di Palazzo Medici Riccardi e dalla risonanza del mito nella civiltà rinascimentale, moderna e contemporanea, nasce il progetto dedicato al rapporto secolare tra arte, musica, poesia e filosofia. La definitiva perdita di Euridice sulla soglia della luce, non avendo resistito a rivolgerle lo sguardo, è fra le immagini più note della civiltà occidentale, infinitamente rappresentata e interpretata: Euridice, melodramma musicato da Jacopo Peri e da Giulio Caccini su libretto di Ottavio Rinuccini e il cui libretto è esposto, venne messo in scena la prima volta a Palazzo Pitti nel 1600, in occasione dei festeggiamenti tra Maria de’ Medici ed Enrico IV di Francia; tutti i critici sono concordi a ravvisare in queste forme di poemi cantati gli albori della grande opera lirica che culminerà con l’Orfeo di Gluck nel Settecento. L’eco di questo evento fu tanto grande da ispirare celebri sculture dedicate a Orfeo, tra cui l’ammiratissima opera di Pierre de Franqueville, realizzata per il fiorentino Girolamo Gondi in Francia, poi trasferita nientedimeno che a Versailles e oggi in mostra.
Orfeo è una figura complessa e archetipica, cantore e musico ma anche sacerdote di sacri misteri, traghettatore delle anime dal regno dei vivi a quello dei morti; dietro al velo delle sue commoventi parole si nascondono perle di sapienza, verità gnostiche, rivelazioni ermetiche. Egli non muore definitivamente dilaniato e decapitato dalle Baccanti, che non apprezzarono di essere rifiutate dopo la morte di Euridice, perché il mito di Orfeo attraversa il tempo, protagonista assoluto nella musica di Monteverdi e nelle allegorie dipinte barocche, poi nel Settecento e ancora nel Romanticismo, quando si accentuano gli aspetti sublimi dell’amore tra Orfeo e Euridice (come nello lo struggente dipinto di Ary Scheffer), assieme a quelli oscuri, tenebrosi della mitica discesa nell’Ade e perturbanti della sua fine violenta per mano delle seguaci di Dioniso; per poi diventare oggetto di interesse con il Simbolismo, suscitando l’ammirazione di Redon e Moreau, e di Apollinaire che farà rinascere Orfismo e Ermetismo a Parigi.
E ancora: Jean Cocteau, che gli dedica molti disegni, un’opera teatrale e soprattutto due film, Orfeo del 1950 e Il testamento di Orfeo del 1959. Un magnetismo a cui cederanno anche artisti come Giorgio de Chirico e Alberto Savinio, Fausto Melotti ed Ettore Colla, le cui opere sono qui esposte insieme ad una ricca selezione di capolavori dell’arte di ogni tempo, come il dipinto di Gerrit van Honthorst, assunto a immagine di copertina, fino a dai superbi dipinti di Tiziano, Delacroix e Moreau - fino alla scenografica discesa agli Inferi, al successivo ritorno sulla terra (potentissima ne è l’interpretazione di Anselm Feuerbach) e alla seconda perdita dell’amata, al suo ultimo canto e alla furia bestiale delle Baccanti, testimoniata dalla testa decapitata di Orfeo di Odilon Redon. Una speciale sezione della mostra è infine dedicata alle scenografie, figurini e maschere di artisti che hanno collaborato con il Maggio Musicale Fiorentino, esemplificate in mostra dalle creazioni di Giorgio De Chirico.
Palazzo Medici Riccardi - Via Cavour, 3 – 055 2760552 - tutti i giorni 9-19 (chiuso mer) – 10 euro - palazzomediciriccardi.it - fino all'8 settembre
foto ©Nicola Neri