Vincenzo Vecchiarino (1952-2019), nato a Lucera ma fiorentino di adozione, ha consacrato grande parte della sua opera alla penna a sfera (la Bic). Migliaia di disegni, principalmente astratti, indagano le forme e le dinamiche già presenti nei suoi dipinti a olio. I disegni hanno però una funzione privilegiata poiché registrano il momento in cui l’artista traduce il suo pensiero contemplativo sull’infinito in un’esperienza fisica, in un rapporto tangibile con l’incalcolabile.
Il proprietario della galleria, Yan Blusseau, racconta così la mostra: Alla base delle riflessioni e della produzione di Vecchiarino vi è l’idea di un disagio esistenziale, di una primordiale sofferenza: l’assurda condizione dell’Uomo, tanto piccolo in una realtà così immensa, per l’appunto mortale in un universo eterno. Camus aveva identificato nel mito di Sisifo l’assurdità della condizione umana dandogli però un esito ottimista. Il Sisifo di Camus, negando ogni forma di trascendenza, accetta l’assurdità della propria condizione e, liberato dalla domanda del perché, trova nello sforzo del suo labore, nella propria lotta, la sua libertà e felicità. Vincenzo, per risolvere “la coscienza della nostra propria caducità e il bisogno di comprendere l’universo” considera che siamo obbligati “nel disperato tentativo di sottrarci al dolore e alla morte, ad avere un prolungato contatto con l’infinito”. (V. V, Taccuini).
Ed è proprio nel suo privilegiato labore, quando spinge la sfera su quella carta, che Vecchiarino si estranea dalla propria finitudine per accedere all’infinito. Lo comprendiamo leggendo una delle note più commoventi di Vincenzo: “La penna a sfera ha percorso distanze incalcolabili su un piano che giace a contatto con l’infinito. La sfera che ruota su un piano lo tocca con un punto e per decine d’anni ha rappresentato il mio contatto con l’infinito. In quell’unico punto giaceva scorrendo il mio io.” (V.V, Taccuini).
In mostra anche numerose opere ad olio.
B.EAST GALLERY - via di Mezzo 40/A - Tel 329 8756349 - fino al 15 novembre.