A 30 km a sud della celebre capitale del Brunello, ai piedi dell’Amiata, un gruppo di imprenditori amiatini presieduti da Luciano Gigliotti e Rossana Suh, legati alla produzione dell’olio extravergine d’oliva derivato dalla lavorazione delle olive della cultivar locale, l’Olivastra di Seggiano, ha dato vita nel 2002 al Consorzio di Tutela Olio Seggiano Dop che ad oggi conta circa 30 iscritti alla certificazione Dop e oltre 80 consorziati per una produzione annua di circa 100 quintali d’olio.
Andarci mentre il frantoio de La Seggianese, Soc. Coop. Agricola frange l’olio nuovo è un piacere raro: un’occasione speciale per apprezzare alla grande al suo sbocciare dall’olivastra un olio verdissimo, di grande fragranza, amaro e piccante, piacevolissimo.
Qui come altrove in Toscana una produzione qualificata è anche il miglior vettore per promuovere l’intero territorio: per esempio nella frazione di Montegiovi (Castel del Piano) dove si sta dando vita a Il Miccio, un punto di ritrovo, un pò bar, un pò trattoria, un pò negozio di prossimità per mantenere vivo un antico comune di soli 190 abitanti.
Ma in generale è in tutto il territorio che la strepitosa qualità della filiera olivicola sta riaccendendo la passione per la coltivazione e la produzione attirando nuovi investimenti e giovani neo-agricoltori.
Sostenuti da Regione Toscana, Ente Terre Regionali Toscane e Associazione nazionale Città dell’Olio si accendono progetti di ampio respiro e la partecipazione alle maggiori fiere nazionali del settore olio, una su tutte quella del 2019 a Miyazu, municipio nipponico gemellato con Seggiano.
Insomma l’Olio di Seggiano è davvero una macchina in movimento, un soggetto vivo e stimolante che sta creando economia anche laddove prima era impensabile, stimolando molti giovani a riappropriarsi di oliveti abbandonati per farli tornare produttivi.
Avanti tutta!