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La Settimana del Vino: un Diario in pubblico

Il ritorno delle Anteprime è stata innanzitutto una bellissima notizia per chi come noi è notoriamente un fan degli eventi e del ritorno alla socialità. Il vino è tornato sulle tavole vere, tra le persone, recuperando il suo ruolo originario, e ha salutato le degustazioni sul web e altri intermezzi palliativi che abbiamo dovuto accettare per necessità.

Il contesto, nonostante due anni tra pandemia e lockdown, crisi della ristorazione e del turismo, registra dati confortanti: + export (+7,4% di prodotto, + 15% di ricavi), ripresa delle quotazioni (i vini al vertice della piramide di qualità crescono del 3%, meglio i bianchi (+3,5%) dei rossi (+2,5%), con miglior performance in termini di prezzi del Chianti. Confermato anche il primato della Toscana come terra di vini rossi (87%) e a denominazione di origine protetta. Il 96% della superficie è destinato a vini a denominazione, una percentuale molto superiore a quella nazionale, che si colloca attorno al 62%. Tra i vitigni domina il Sangiovese, 60% delle superfici coltivate (36mila ettari). Seguono a grande distanza, vitigni internazionali quali Merlot (4.834 ettari), Cabernet Sauvignon (3.766 ettari), e autoctoni come il Trebbiano Toscano (2.344 ettari), il Canaiolo nero (1.160) e la Vernaccia di San Gimignano (810).
Cresce a pieno ritmo anche il trend del biologico: ormai circa un terzo dell’intera superficie a vigneto regionale è coltivato secondo questo metodo.
Unico dato in calo viene dalla vendemmia 2021: la Toscana ha prodotto 2,04 milioni di ettolitri di vino, il 7% in meno rispetto all’anno precedente: tra le più basse degli ultimi 5 anni. Colpa delle gelate primaverili e delle scarse precipitazioni estive.
Resta sulla sfondo la situazione non facile - e non uniforme, va sottolineato - del mondo della ristorazione. Così come il covid non colpisce tutti ugualmente, così è avvenuto per questo settore, dove permanendo gli elementi di crisi attuali (aggravati dalla situazione internazionale) non è difficile profetizzare radicali cambiamenti e una ristrutturazione profonda dell’offerta. Vedremo.

LA SETTIMANA DELLE ANTEPRIME DI TOSCANA, durante la quale i Consorzi di Tutela presentano le nuove annate si è svolta con un fitto calendario che ha in larga parte riproposto lo schema storico, sebbene posticipato (sempre causa maledetto covid) di circa un mese rispetto al tradizionale appuntamento di febbraio. Per alcuni vini questo può essere stato un piccolo vantaggio facendosi apprezzare più compiuti. Per la partecipazione del pubblico degli addetti ai lavori questo calendario avanzato non è stato l’ideale, andando a sovrapporsi con altri eventi internazionali (Francia) e confinando strettamente con altre manifestazioni del settore, anch’esse spostate per i soliti motivi.

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domenica 20 marzo “Chianti Lovers & Rosso Morellino” a cura del Consorzio Vino Chianti e Consorzio a tutela del vino Morellino di Scansano, l’invenzione più brillante nel campo della promozione del vino verso i wine lovers lanciata negli ultimi anni, ha confermato il suo standard, con oltre 2000 ingressi registrati in Fortezza da Basso. Aziende schierate ai banchi, 400 etichette per un triplete di annate (2019-20-21). Più apprezzati i vini “Riserva” in generale e gradevole e molto incoraggiante il Morellino più recente.



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lunedì 21 e martedì 22 marzo “Chianti Classico Collection” a cura del Consorzio vino Chianti Classico alla Stazione Leopolda.
Il glamour dell’allestimento ha fatto il paio con un’eccellente organizzazione, complessivamente si è gustato un vino 2020 dove il classico “corpo” del Sangiovese si è rivelato tendenzialmente più fresco, profumato e diciamo “leggero”. Insomma il Sangiovese è in forma, sempre potente, ma forse più suadente.
E’ stato l’anno dell’avvio della famosa “zonizzazione”, ovvero del lancio del progetto delle Unità Geografiche Aggiuntive, 11 zone della vasta area vinicola ricondotte alla specificità dei luoghi di produzione (da San Casciano a Montefioralle, da Radda a Castelnuovo Berardenga, da Greve a Panzano, e così via).
“Fra i suoi obiettivi principali – ha spiegato il Presidente Manetti - vi è quello di rafforzare la comunicazione del binomio vino-territorio, aumentare la qualità in termini di identità e territorialità, consentire al consumatore di conoscere la provenienza delle uve e anche di stimolare la domanda attraverso la differenziazione dell’offerta. L’introduzione del nome dell’Unità Geografica in etichetta servirà infatti ad intercettare e soddisfare l’interesse dei consumatori che, in numero sempre maggiore, desiderano approfondire la conoscenza del rapporto fra i vini del Gallo Nero e il loro territorio di origine.”
Una via seguita da molti consorzi in Italia (dal Barolo al Barbaresco al Prosecco) che risponde alla necessità di differenziarsi, radicandosi e ancorandosi sempre di più nel proprio territorio. Mentre infatti il vitigno e la tecnica produttiva possono essere replicate altrove, l’identità territoriale no. Quindi avanti tutta verso i Cru, una sorta di glocal strategy in un mondo globalizzato dove l’omologazione regna sovrana, anche se ultimamente si parla sempre più spesso di fine della globalizzazione. Insomma, una bella partita, che stimolerà anche una certa concorrenza tra i territori e magari farà del bene al vino italiano. Sicuramente sarà centrale nel futuro prossimo.



Ottima l’idea, già sperimentata in passato, di organizzare cene tra produttori e giornalisti
in vari ristoranti della città, un’occasione davvero utile per conoscere in modo più diretto e vero i vini e i produttori, seguendo in pratica quel fil rouge vino-territorio che oggi è il “mantra” di ogni strategia sul vino.
Così al tavolo dell’Osteria dell’Enoteca abbiamo avuto il piacere di berci una strepitosa Riserva di Carpineto del 1995 con i racconti del rappresentante dell’azienda, Antonio Michael Zaccheo jr; affiancati dalla Gran Selezione del Castello di Querceto punteggiata dall’aneddotica di Marco Fizialetti; dal suadente Solatio del Castello di Albola allegramente narrato da Alessandro Gallo, dall’annata giovane di Montemaggio. Poi si è aggiunta – dulcis in fundo - anche Alessia Antinori e il racconto è diventato davvero unico.


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martedì 22 e mercoledì 23 marzo “Anteprima della Vernaccia di San Gimignano” a cura del Consorzio del Vino Vernaccia di San Gimignano
A San Gimignano due cose su tutte: la suggestiva lezione del professor Scienza (in nominem hominis) sull’antica storia della Vernaccia intrecciata a quella della mitica via Francigena, e la partita doppia cene & pranzi stampa-produttori, che ha consentito davvero un efficace scambio di conoscenze sul campo (sic, sul tavolo) che nessuna seriosa degustazione in solitario può offrire. Tavoli da dieci persone circa, dove si entra effettivamente in un rapporto diretto e autentico con i vini e i suoi autori. Alla cena a La Mandragola ero accanto al produttore di Casa Lucii, con il quale ci siamo scambiati interessanti opinioni intorno alla domanda che grava sul mondo Vernaccia di San Gimignano: come fare a conquistare i palati degli italiani alla pari degli altri vini bianchi? Da dieci anni – mi diceva, mentre si apprezzavano soprattutto le Riserve – è partita la rincorsa e tanti passi in avanti sono stati fatti. Aspettiamo curiosi dunque le prossime mosse che il Consorzio guidato da Irina Strozzi metterà in campo per questa “Regina Bianca in Terra di Re Rossi, Unica, Nobile, Ribelle”, come ama definirsi..
Infine un dato importante: pensate, il 48% di Vernaccia destinata al mercato italiano viene venduta proprio a San Gimignano, direttamente nelle aziende e nei locali del territorio.



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mercoledì 23 e giovedì 24 marzo “Anteprima del Vino Nobile di Montepulciano” -  a cura del Consorzio vino Nobile di Montepulciano Toscana
La Fortezza del Nobile si è confermata uno spazio speciale per tutto quello che ci si aspettava. Colpo di scena alla cena inaugurale la firma del bistellato Gaetano Trovato (Arnolfo a Colle Val d’Elsa) con nel piatto, tra gli altri, la sua iconica pappardella ripiena di faraona del Val d’Arno e cime di rapa, e i sommelier AIS impegnati a servire i vini a richiesta dalla lista.
Poi sale degustazione per la stampa e banchi con i produttori per incontri e assaggi diretti. Ci hanno colpito piacevolmente Montevertine e Casanova di Neri, nella versione Riserva: in generale è tutto il mondo del Nobile che proprio anche a noi toscani deve dirci ancora molto, da approfondire e scoprire meglio!
Non è mancata la “notizia” a sorpresa”: le tradizionali stelle attribuite dal Consorzio ai vini verranno date da ora in poi quando l'annata entrerà in commercio, ovvero tra tre anni
Last but not least l’assegnazione del x Premio Gambelli da parte di ASET (ass. stampa enogastroagroalimentare toscana): quest’anno ha vinto Fabio Mecca dalla Lucania, grande enologo e eccellente persona. Chapeau! Siccome, come i miei 25 lettori sanno, di Aset sono Presidente, voglio anche qui ringraziare il Consorzio del Vino Nobile per l’eccellente organizzazione e ospitalità.

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Mi è mancata – nessuno è perfetto :-) - l’ultima tappa, venerdì 25 marzo, l’“Anteprima L’Altra Toscana” al chiostro di SM Novella a Firenze, con il Consorzio di tutela dei vini di Carmignano, Consorzio Chianti Rufina, Consorzio vini delle Colline Lucchesi, Consorzio di tutela dei vini D.O.C. Cortona,  Consorzio tutela vini della Maremma Toscana Consorzio tutela vini Montecucco, Consorzio del vino Orcia, Consorzio tutela vini Terre di Casole, Consorzio vini Terre di Pisa, Consorzio vini D.O.C. Valdarno di Sopra.

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Direi che il messaggio che esce da questa intensa settimana indica la ricerca di una più convinta dimensione professionale dell’evento fieristico, soprattutto da parte delle aziende espositrici, senza perdere tuttavia quel carattere di festa e comunione di incontri che è il bello del vino e che serve assai innanzitutto al... vino!
E ora tutti al Vinitaly per scoprire come la più grande fiera italiana si ripropone dopo due anni di costretta assenza, curiosi di capire quanto e come abbia recepito la domanda di rinnovamento che viene dalle aziende e il grande mutamento in corso.

Leonardo Tozzi



INCONTRI DI... VINO nell'estate toscana

Mike… Tamburini
Fiocco azzurro a casa Tamburini, è nato Mike! L’azienda, guidata da Emanuela nel cuore delle colline di Gambassi Terme, produce vino da 5 generazioni e si estende su 50 ettari, nella zona del Chianti. Nel tempo ha dato vita a una originale “Family Selection”: ecco “Italo” Chianti Docg Riserva dedicato al nonno, “TheBoss” Chianti Docg dedicato al padre Mauro, “Somnio” Brunello di Montalcino DOCG dedicato all'anima femminile, la stessa Emanuela, e adesso l’Igt “Mike” dedicato al marito Michele Jerman.
“Da quando ho iniziato il progetto toscano – spiega Michele - fin da subito ho proposto il tappo a vite per alcune etichette. Pur consapevoli di un certo scetticismo verso questo tipo di chiusura la voglia di osare ci ha spinti a proporlo sul mercato per dimostrare che il tappo a vite permette di garantire anche su vini importanti una maggior freschezza e longevità, oltre ad una costanza a livello sensoriale”.
Caratteristica che vanta anche MIKE, un Sangiovese in purezza. “L’estate è stata calda permettendo una buona maturazione – aggiunge Emanuela – abbiamo un vino di grande struttura e equilibrio e il tappo a vite li saprà mantenere, come dimostra l’esperienza friulana di Michele”.
È un rosso da una singola vigna situata a nord est, a 250mt s.l.m. Rigorosa vendemmia a mano a metà settembre, lavorazione in acciaio e invecchiamento in tonneaux francesi da 500 litri per 3 anni. Rosso rubino intenso, profumi fruttati, tannini vivaci, notevole freschezza e decisa sapidità. Eccellente con cacciagione e carni in umido, primi piatti a base di ragù, arrosti, salumi e formaggi stagionati.   
www.agricolatamburini.it



Ruffino? Oro!
Prosegue a ritmo battente la lunga marcia della storica azienda Ruffino (fu fondata nel 1877) verso le alte vette della considerazione vinicola internazionale.
An Instant Connection” è il mood della nuova campagna di comunicazione globale che si ispira al successo del design italiano e alla bellezza che evoca. Protagonista di questa evoluzione è la Riserva Ducale Oro, per festeggiare la quale è stata organizzata la mostra OrobyRUFFINO durante la scorsa Milano Design Week. Sei artisti e designer internazionali che hanno interpretato l’essenza dell’oro, materiale prezioso simbolo di trasformazione e rinnovamento. Filippo Carandini, Rachel Lee Hovnanian, Chiara Lorenzetti, Ettore Marinelli, Tristano di Robilant e Officine Saffi Lab hanno sottolineato con le loro opere la connessione tra il design e i fine wine, evidenziando come la bellezza funzionale possa essere una metafora illuminante per raccontare il mondo del vino.
Le sei opere sono adesso visitabili all’interno della Tenuta Ruffino Poggio Casciano, dove si producono grandi rossi dell’azienda, ma anche luogo di raffinata ospitalità nel cuore del Chianti Fiorentino, recentemente rinnovata negli spazi esterni ed interni.
Una villa rinascimentale circondata da ettari di vigneti e oliveti, giardini all’italiana e un parco di alberi secolari; il Ristorante Tre Rane, portatore di una squisita cucina contemporanea toscana, con loggiato esterno per pranzi e cene estive; otto camere del boutique hotel Casa Ruffino e le sale degustazioni.
orobyruffino.ruffino.it



In Viaggio con Lando’
Nato tre anni fa dalla mente dell’enologo Davide Landini con la giornalista esperta del settore Roberta Perna, produce “piccoli” vini creati da selezione di uve da vecchi vigneti scoperti anno dopo anno in giro per l’Italia. Il logo, disegnato dal compianto Sergio Staino, rappresenta il paziente e meticoloso percorso di ricerca dell’appassionata coppia. Recentemente, ospite la Forneria di Firenze (via de' Bardi 54 R) ha portato in tavola le due nuove etichette, Terza Fermata e Quarta Fermata, a base una di uva Aleatico e l’altra di Lambrusco di Sorbara. Abbinamento trionfante di antipasti e pizza di alto livello anche con le prime etichette de Il Viaggio di Landò: Prima Fermata, canaiolo in purezza; Seconda Fermata, trebbiano con una piccola percentuale di malvasia.
Landini, classe '75, è dottore in agraria ed in enologia. Dal 2015 è amministratore e direttore tecnico di Villa Saletta, fattoria a Palaia (Pi) di oltre 1000 ettari composta da boschi, vigneti, uliveti, campi coltivati a grano ed erbe aromatiche, tartufaie, pioppete, un borgo del trecento e diversi casolari. Aspettiamo curiosi la Quinta fermata, sarà al sud e sarà una sorpresa!



Generazione Sangiovese

Toscana che vai Sangiovese che trovi. Il vitigno top della nostra regione da vita a molteplici vini, tutti – ciascuno a modo suo - in pole position nel gradimento dei consumatori e nella celebrità critica. Non passa giorno che il nostro Sangiovese non si affacci all’onore delle cronache. Recentemente si sono festeggiati i 50 anni del Tignanello, il vino di Antinori inventato da Giacomo Tachis; e i 100 anni del Chianti Classico hanno conquistato il mondo dei winelover e della critica con una maratona di eventi straordinari a Firenze…
Ma ci sono anche altre storie che questo straordinario vitigno ispira e racconta. Una davvero interessante e giovane è quella portata avanti da alcune famiglie di produttori sotto un’insegna che più esplicita non si può: Generazione Sangiovese. Sono tutte famiglie proprietarie e lavoratori della vigna, artigiani ed imprenditori, legati alla coltivazione del Sangiovese, il vitigno a bacca rossa autoctono della Toscana che della Toscana del vino rappresenta l’essenza, oltre ad essere l’uva principale dei nostri vini più celebri. Accanto al Sangiovese ogni azienda affianca altri tipi di vitigni, sia rossi che bianchi.
Ne fanno parte La Collina a San Casciano in Val di Pesa; Perelli, nella campagna a cavallo tra Arezzo, Siena, Firenze; Podere il Castello, nella colline sopra Montespertoli; Fattoria di Doccia della famiglia Sardelli a Pontassieve.
, una varietà di sorsi e profumi che vi invitiamo a scoprire anche visitando le aziende!
Generazione Sangiovese - Via Volterrana Nord 241, Montespertoli (FI) – 50025 - generazionesangiovese.it/



Un resort di lusso e vini che guardano oltre confine
Di proprietà della famiglia inglese Hands, attiva nel mondo della finanza e dell'hotellerie di lusso, VILLA SALETTA, risalente al 980 d.C., con oltre 1400 ettari tra boschi, ulivi, vigne, coltivazioni, è uno storico borgo trecentesco con antichi casolari, ville per l'ospitalità e numerosi edifici rurali nella campagna collinare di Palaia, in provincia di Pisa. La tenuta è amministrata dall'agronomo e enologo David Landini, che si occupa anche della direzione tecnica delle produzioni, il vino, poi olio, grani, erbe, frutta e ortaggi.
Il progetto, in progress, è dare vita ad una tenuta dove il vino è filo conduttore di una ospitalità a 360° che, grazie alla ristrutturazione dell'antico borgo e la messa a punto di un resort di lusso, alle ville, alla costruzione di una trattoria e negozio di prelibatezze locali e alla nascita di un ristorante gourmet, diventerà un luogo davvero unico, capace di regalare esperienze uniche.
Nella produzione vinicola molte delle tecniche e dei concetti di viticultura utilizzati sono gli stessi da secoli, ma per accrescere la qualità dei vini qui si fa anche uso di metodi ereditati oltre i confini. Ad esempio per Giulia e 980 barrique e tonneau in rovere francese in fermentazione integrale. Per vinificare in atmosfera ridotta, sempre per Giulia e 980, si usano i fusti di Perlè che consentono alle uve, soggette ad una quantità inferiore di ossigeno, di avere sia un processo di fermentazione sia di infusione. Questo procedimento mantiene la freschezza e l’aroma del vino e al contempo ne esalta il colore e la rotondità, regalando una struttura elegante e di morbida tannicità. Dopo la svinatura il vino subisce una fermentazione malolattica completa in legno di diversi volumi, che apporta morbidezza e cremosità. Una tecnica di cui in Italia Villa Saletta è pioniere.
La produzione annuale è di circa 100/120 mila bottiglie, per un catalogo variegato che attinge da oltre 10 diversi vigneti per 7 etichette diverse dove il cabernet franc è il cru aziendale, vinificato in purezza nel 980AD 2016 e combinato con altri vitigni tipici nella varietà della produzione.
Villa Saletta - via Fermi 14 – Loc Montanelli - Palaia (PI) – 0587 628121 - www.villasaletta.com



La Regola d’Estate
Calendario estivo ricco di eventi a Riparbella: serate musicali & food nella splendida cornice della cantina La Regola a pochi km dal mare di Bolgheri.
LUGLIO
gio 11 Cena a buffet abbinata a Vini Bio e musica dal vivo con “C-JAM British Rock & Funky Jazz”
gio 25 Cena a buffet abbinata a Vini Bio e musica dal vivo con “Stefano Borrkia Toncelli & Friends”
AGOSTO
gio 8 “Calici Sotto le Stelle”: Cena servita abbinata a Vini Top Bio e musica dal vivo con “Etruria Jazz Orchestra” diretta dal M° Stefano Franceschini
gio 22 Cena a buffet abbinata a Vini Bio e musica dal vivo con “I Rumori Molesti”
SETTEMBRE
ven 6 Cena a buffet abbinata a Vini Bio e musica dal vivo con “Pintacustic”
ven 20 “Festa della Vendemmia” Cena a buffet abbinata a Vini Bio e Dj Set con DJ Rosko & DJ Vargas
Loc. Altagrada – SRT 68 Km. 6,400 a Riparbella - prenot obblig: 0586 698145, eventi@laregola.com



Morellino, il Sangiovese che viene dal mare
10 Morellino del Cuore sono in tour per raccontare a stampa e winelovers il progetto nato dalla collaborazione tra il Consorzio di Tutela Morellino di Scansano Docg ed i giornalisti ed esperti di vino Roberta Perna e Antonio Stelli, che quest'anno ha coinvolto per la commissione di assaggio 6 noti sommelier di importanti ristoranti italiani. 59 i vini degustati dagli esperti per arrivare a questa speciale selezione battezzata a Firenze con una cena in abbinamento a Olio restaurant di Paolo Provvedi.
La commissione selezionatrice si era riunita in precedenza nella sede del Consorzio a Scansano composta dai sommelier Davide Macaluso (Principe di Piemonte a Viareggio), Walter Meccia (Four Seasons Firenze), Andrea Menichetti (Da Caino a Montemerano), Jessica Rocchi (Andrea Aprea Milano), Pascal Tinari (Villa Maiella) e Matteo Zappile (Pagliaccio a Roma). Dopo aver degustato alla cieca i campioni ecco i 10 Morellino del Cuore 2024, suddivisi in tre categorie: Annata, tre referenze; “Intermedio”, quattro referenze; Riserva, tre referenze.
“Morellino del Cuore è diventato per la denominazione un momento stimolante di confronto tra i produttori – ha commentato il Presidente del Consorzio Bernardo Guicciardini Calamai - Non è una competizione, ma una selezione dei vini di quelle aziende che con le annate in commercio sono riuscite ad interpretare al meglio lo stile unico e inconfondibile del Morellino”.
Il Morellino di Scansano, DOCG dalla vendemmia 2007, è prodotto nel Comune di Scansano e parte dei Comuni di Campagnatico, Grosseto, Magliano in Toscana, Manciano, Roccalbegna e Semproniano. Gli ettari sono circa 1500, di cui il 35% in conduzione biologica. Da disciplinare deve contenere un minimo di 85% di uve sangiovese ed un massimo di 15% di altre uve di vitigni a bacca nera consentiti nella Regione Toscana. Il Consorzio è composto attualmente da 220 soci.
Al primo assaggio i vini hanno confermato un’affinata piacevolezza, una facilità di beva, intensificando i sentori morbidi, sapidi, balsamici, appaganti, di un vino considerato già “facile” ma che nel tempo sa conquistare una crescente eleganza.
consorziomorellino.it/
I 10 MORELLINO DEL CUORE 2024
Cantina Vignaioli Morellino di Scansano Roggiano Docg 2023
San Felo Morellino di Scansano Docg 2023
Terenzi Morellino di Scansano Docg 2022
Per l'“Intermedio”:
Boschetto di Montiano PerBene  Morellino di Scansano Docg 2022
Morisfarms Morellino di Scansano Docg 2022    
Roccapesta Morellino di Scansano Docg 2022
Podere 414 Morellino di Scansano Docg 2021
Per la Riserva:
Alberto Motta Morellino di Scansano Docg Riserva 2021
Val delle Rose Poggio al Leone Morellino di Scansano ocg Riserva 2021
Santa Lucia Tore del Moro Morellino di Scansano Docg Riserva 2020



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