#ioapro: Flashmob dei ristoratori
Venerdì 15 gennaio cena simulata dalle 20 alle 22, organizzata da Tni - Tutela Nazionale Imprese.
Da Nord a Sud i locali di tutta Italia “aprono ma solo in sicurezza”. Dietro lo slogan “Perché a pranzo sì e a cena no?”, gli imprenditori riuniti del collettivo TNI – Tutela Nazionale Imprese, rappresentante 40mila aziende italiane del mondo Horeca (bar, ristoranti, alberghi), simulano un'apertura serale con luci e musica accesa, la sala allestita e titolari e dipendenti e clienti presenti a pranzo, che si siedono allo stesso tavolo, rispettando il distanziamento senza somministrazione, per dimostrare che il virus non ha orario e che se si può pranzare, rispettando tutti i protocolli, si può anche cenare.
“Perché un locale 'sicuro' alle 12 smette di esserlo alle 18? Se l'indice di contagio Rt è basso, se la regione è in zona gialla e le attività commerciali sono aperte, perché i ristoranti non possono lavorare a cena o nei fine settimana, non possono svolgere la loro attività in sicurezza, come accade per un negozio o un ufficio?”.
A dirlo è Pasquale Naccari, portavoce del collettivo TNI – Tutela Nazionale Imprese e presidente di Ristoratori Toscana, che ha rivolto i quesiti ai Prefetti delle regioni in zona gialla. A loro, e per conoscenza ai ministri dell'Economia e delle Attività Produttive Roberto Gualtieri e Stefano Patuanelli, la Federazione ha inviato una lettera chiedendo di fornire i dati che individuano i pubblici esercizi come luoghi di contagio e sulle cui basi sono state imposte dal Governo le chiusure. “Il Governo – riprende Naccari – deve continuare a sostenerci, come ha fatto a novembre e dicembre, mesi per i quali ci stanno arrivando i ristori che sono briciole, sia chiaro, ma ci stanno permettendo di sopravvivere anche se a fatica. Tolleranza zero nel caso, invece, venisse deciso di abolire la possibilità di vendita d'asporto”.
Inoltre, giovedì 14 gennaio, in tutte le città italiane che hanno aderito, i rappresentanti incontrano i prefetti.