2025, L’ANNO CHE VERRÀ con Daniele Spini
Abbiamo chiesto a vari personaggi di Firenze, di diverso e ambiente e caratteristiche, le loro previsioni sul tempo che ci aspetta.
DANIELE SPINI
Direttore artistico Orchestra della Toscana
Cominciamo con un bilancio. Il tuo 2024…. Cosa resta di lui, di bello e magari di critico?
Un anno importante, per i successi di pubblico e critica, ma più ancora per la crescita dell'orchestra. Ne siamo debitori in larga misura alla bravura e all'impegno di Diego Ceretta, che ha appena avviato il suo secondo anno come direttore principale. La gita a Turku è il ricordo più lucente. Ma ci metterei accanto volentieri certi interventi di piccoli gruppi di strumentisti in situazioni meno splendide, nelle zone periferiche di Firenze, per Musica diffusa. Che cosa resti di critico non devo dirlo io, se non per quanto riguarda me stesso e il mio lavoro. Anche quando tutto va bene o benissimo chiunque conservi un minimo di onestà sa di non aver fatto abbastanza.
Cosa ti auguri per il nuovo anno?
Maggiore attenzione da parte delle amministrazioni locali. Ci sono larghe zone della Regione nelle quali non siamo presenti, o non lo siamo abbastanza, non certo per colpa nostra. Lo trovo ingiusto.
Anticipa per i nostri lettori il tuo carnet, le cose che hai in cantiere di realizzare.
Cercheremo di aggiungere alla nostra attività sinfonica qualcosa che senza sostituirvisi la estenda ad altri campi. Il concerto-spettacolo Puccini Dance Circus Opera delle scorse settimane ci indica una strada possibile.
Firenze: cosa speri di veder migliorare per la città?
Quando soniamo nel nostro Verdi, ma anche quando usciamo dal nostro carissimo rione di Santa Croce portando la musica in luoghi a volte anche insoliti, sentiamo che in qualche modo contribuiamo a un miglioramento, al recupero di una dimensione umana che il turismo selvaggio rischia di travolgere.