2025, L’ANNO CHE VERRÀ con Leonardo Romanelli

Abbiamo chiesto a vari personaggi di Firenze, di diverso e ambiente e caratteristiche, le loro previsioni sul tempo che ci aspetta.

LEONARDO ROMANELLI

Critico enogastronomico

2025, l’anno che verrà. Cominciamo con un bilancio. Il tuo 2024… Cosa resta di lui, di bello e magari di critico?
Un anno particolare, di cambiamenti professionali importanti. Dopo 25 anni al Gambero Rosso, ho intrapreso un nuovo percorso che mi vede collaborare oggi con Il Gusto di Repubblica, Cibo Today e Identità Golose. Sono un ottimista di natura, credo che la vita sia fatta di cambiamenti e ogni episodio rappresenta un’opportunità da sfruttare e devo dire che l’ho fatto appieno. Nel 2024 resta il bello della nuova avventura iniziata, di progetti intriganti ed interattivi anche in campo artistico e teatrale. E la capacità di vedere in maniera rilassata e positiva tutto quello che accade.

Cosa ti auguri per il nuovo anno?
Consolidare progetti che sono nati per divertimento, la parte teatrale con un nuovo spettacolo nel quale vado ad analizzare il mio mondo in maniera ironica, e la parte artistica con un nuovo progetto di video art che rimane un mezzo espressivo a me congeniale.
Da un punto di vista generale mi auguro una diminuzione di conflittualità nel vivere quotidiano, troppe persone perennemente arrabbiate e deluse anche su argomenti sui quali non vale la pena sprecare energie. C’è una mancanza di ottimismo sul futuro che posso comprendere, legata ai conflitti internazionali, alla situazione economica pesante, ad una mancanza di speranza, soprattutto nei giovani, ma vorrei che si potesse tornare a immaginare cose belle senza essere tacciati di essere sognatori. Spero che la scuola riacquisti un ruolo primario nella formazione, visto che dopo l’emergenza COVID non ha più riacquisito tale importanza.

Anticipa per i nostri lettori il tuo carnet, le cose che hai in cantiere di realizzare.
A febbraio una serie di eventi che organizzerò per Fuori di Taste, la manifestazione off di Pitti Taste. Una settimana dove Firenze si trasforma e ci sarà indecisione su dove trascorrere la serata. Io ci metto del mio con 6/7 eventi divertenti ed accessibili. In primavera presenterò la seconda parte della mia video art “Il mio corpo che cambia” anche a Venezia, in un luogo che ha ospitato artisti della Biennale. Ci sono poi due libri che spero vedano la luce nel 2025, uno legato al mio percorso di detox che faccio da tempo in estate ed uno sul mio lavoro di critico enogastronomico. A primavera ci sarà la mia seconda personale di opere di up cycling grazie alla disponibilità del comune di Signa. 

Firenze: cosa speri di veder migliorare per la città?
Sinceramente vorrei vedere tante cose cambiare. Firenze è una città in mezzo al guado, dalle tante potenzialità inespresse. Il turismo è diventata l’unica risorsa e questo ha trasformato il tessuto sociale e la città è diventata inospitale e respingente. Siamo ancorati al nostro passato, non si riesce più ad essere propositivi in ambito culturale, l’eccesso di importanza dato alla tradizione è il simbolo di una città ripiegata su sè stessa, nella quale non si riesce a smuovere niente, bloccata da troppi interessi corporativi che impediscono un vero sviluppo. La gestione di un progetto che poteva diventare rivoluzionario come la tranvia è stato deludente. Per i giovani che hanno voglia di crescere e mettere in pratica idee al passo con i tempi la strada è quella di andare via. Parafrasando i fratelli Coen, Firenze non è una città per giovani. 

site map