Radicondoli Festival: Il Cielo dentro di noi
Da sabato 17 luglio la XXXV edizione diretta da Massimo Luconi.
Riscoprire il mondo e rielaborarlo in sé, dopo questo lungo tempo sospeso, diventa desiderio e necessità insieme dell’arte come luogo di progettazione del futuro. In questo senso il Festival di Radicondoli ha scelto per la XXXV edizione lavori che sono espressione artistica del cambiamento contemporaneo, facendo diventare il territorio uno spazio privilegiato per il dialogo interculturale e intergenerazionale, dove si intersecano differenti linguaggi, dalla danza ai segni visivi contemporanei, alla musica, agli spazi video e sonori e che fa anche tesoro delle esperienze locali.
Un punto di incontro tra la comunità, artisti affermati e emergenti, nazionali e territoriali, per dare vita a un rito collettivo, fra la festa popolare e la performance artistica. Il tutto valorizzando gli angoli unici dell’area, ricettività e prospettive di un paesaggio, che si fa ancora più esteso rispetto alle precedenti edizioni.
Ne abbiamo parlato con Massimo Luconi, direttore artistico del festival.
Radicondoli compie 35 anni. Raccontaci questa edizione post Pandemia, quali sono gli spettacoli da non perdere?
Non vorrei indicare qualche evento in particolare ma sottolineare la dimensione di un progetto artistico e spettacolare che si sviluppa in un piccolo centro come Radicondoli, estremamente decentrato e fuori dalle rotte di maggiore flusso turistico e che richiede un rapporto profondo con il territorio, inteso come comunità e come luoghi valorizzati attraverso gli interventi artistici. In tal senso la 35^ edizione si dilata nello straordinario patrimonio paesaggistico ambientale che circonda il paese, in luoghi ricchi di fascino architettonico e di memorie.
In maniera parallela e complementare al festival di teatro, ben consolidato a livello nazionale, affianchiamo installazioni e performances di giovani artisti, in luoghi che per motivi diversi nel corso degli ultimi anni sono stati dismessi o male utilizzati, rivitalizzandoli in una nuova dimensione in rapporto con la comunità.
Radicondoli insomma come un luogo magmatico dove si intersecano differenti linguaggi, dal teatro tradizionale, alla danza, ai segni visivi contemporanei, alla musica, agli spazi video e sonori e che fa anche tesoro delle esperienze del territorio intorno alle tematiche culturali e alla capacità associazionistica. Un luogo dove si compie una osmosi fra artisti, professionisti e comunità, in una forma di antico rito collettivo, fra la festa popolare e la performance.
Nel nutrito panorama dei Festival Toscani, qual è secondo te il punto di forza di Radicondoli?
Oltre a elaborare un buon programma con proposte originali in equilibrio fra tradizione e ricerca, credo proprio che la forza del festival sia un luogo speciale come Radicondoli che nelle ultime edizioni è diventato sempre più protagonista, utilizzando gli spazi naturali come scenografie e location degli spettacoli. Questa alchimia è molto magnetica e alla lunga si è rivelata vincente per la comunità e per gli addetti ai lavori.
Da quasi 10 anni sei alla guida, con successo, di questo Festival. Altri progetti in cantiere?
Ne avrei molti…ma se prima era difficile montare un nuovo spettacolo, ora nella fase post covid è quasi impossibile, speravamo che ci fossero maggiori osmosi e aperture, invece tutto si è chiuso ancora di più. Il progetto che più mi sta a cuore in questo momento è il rapporto oramai decennale, con il mio gruppo di attori a St Louis, nel nord del Senegal al confine con la Mauritania, con il quale ho iniziato da poco un nuovo progetto su un testo di Brecht.
PROGRAMMA
Sabato 17 luglio Palazzo Bizzarrini (ore 17.30) mostra di Simone Gori, Antonello/Ghezzi “Come complicarsi la vita e guardare le nuvole”
Domenica 18 luglio installazione sonora di Antonio Aiazzi (Loc. Pianetto, ore 18.30) e video documentario “Watermark” di Jennifer Baichwal, Edward Burtynsky, a cura Lo Schermo dell’arte (Pieve Vecchia della Madonna ore 21.15).
Lunedì 19 luglio Piazza Collegiata ore 21.15, Greta Panettieri in concerto.
Martedì 20 luglio Pieve Vecchia della Madonna ore 21.30, Michele Crestacci, drammaturgo e attore, è diretto da Alessandro Brucioni in “Mascagni”.
Mercoledì 21 luglio Roberto Visconti viene diretto da Giancarlo Cauteruccio, fondatore di Teatro Krypton, in “Filippo Brunelleschi – Nella divina proporzione”.
Giovedì 22 luglio Podere la Fonte ore 19 Silvia Frasson è la protagonista di “La vita salva”, una storia di solidarietà tra sconosciuti. Segue alla Pieve Vecchia della Madonna ore 21.15 il documentario di Massimo Luconi su Dani Karavan.
Venerdì 23 luglio Pieve Vecchia della Madonna, ore 19 Ciro Masella interpreta “Per tutta la vita ho fatto solo cose che non sapevo fare” di Remi de Vos (prima nazionale).
Sabato 24 luglio Pieve Vecchia della Madonna,ore 21.15 Alessandro Benvenuti riprende il suo diario dal lockdown “Panico ma rosa, diario di un non intubabile”.
Domenica 25 luglio Podere la Fonte ore 19, Mariella Celia di Sosta Palmizi in “Bisbigliata Creatura #Terra- site specific”. Segue alla Pieve Vecchia della Madonna ore 21.15 “Utoya” testo di Edoardo Erba diretto da Serena Sinigaglia, con Arianna Scommegna e Mattia Fabris.
Lunedì 26 luglio Pieve Vecchia della Madonna ore 21.15 Arianna Scommegna è la protagonista di “E bastava un’inutile carezza a capovolgere il mondo. Vita anarchica e poetica di Piero Ciampi” (prima nazionale).
Martedì 27 luglio doppio appuntamento: Chiesa Collegiata ore 18 il concerto con Gabriele Giacomelli all’organo e Elena Romanazzi al canto. A seguire alla Pieve Vecchia della Madonna ore 21.30 Monica Nappo con “L’esperimento” (prima nazionale).
Mertedì 28 luglio a Belforte ore 18 un concerto di musica da camera, con i giovani musicisti del paese.
Segue alla Pieve Vecchia della Madonna ore 21.15 “Pierre e Jean” dal romanzo di Guy di Maupassant, con Raffaele Ausiello e Carlo Caracciolo: prod. Radicondoli festival.
Giovedì 29 luglio Agriturismo Belcanto ore 19.15 concerto di Jazz brasiliano del duo Lune&Soleil.
Segue in prima nazionale alla Pieve Vecchia della Madonna ore 21.15: “L’importante è che ci sia qualcuno, una storia da A. B. Yehoshua” della compagnia Marcido Marcidorjs e Famosa Mimosa, con Maria Luisa Abate e la regia di Marco Isidori.
Venerdì 30 luglio Palestra ore 21.15 “Unterwasser/Maze”, live performance di ombre: sculture e corpi sono proiettati su un grande schermo.
Sabato 31 luglio chiusura alla Pieve Vecchia della Madonna ore 21.15 con Florina Cangino in arte Flo con “Brave ragazze”, con Cristiano Califano (chitarra) e Michele Maione (percussioni).
E inoltre: “Premio Radicondoli per il teatro” (domenica 25 al Poggio, ore 16), Raccontafiabe, laboratori, stages di danza, “Incamminarsi” Percorso per amatori sulle tracce del proprio corpo progetto Sosta Palmizi, un laboratorio sul suono. Una radio web trasmette durante il festival e intervista i protagonisti.
RADICONDOLI FESTIVAL
XXXV edizione - Il cielo dentro di noi - Esercizi per una cultura necessaria - Direzione artistica: Massimo Luconi
Radicondoli (Si) - Vari luoghi - info, programma completo, biglietti: radicondoliarte.org