Secondo un recente studio pubblicato da Bloomberg, è l’italo-americano Rocco Commisso, presidente della Fiorentina, il Paperone tra i proprietari delle squadre di calcio del Bel Paese. L’imprenditore nativo di Marina di Gioiosa Ionica (in provincia di Reggio Calabria), fondatore di Mediacom e magnate nel campo dei media americani, secondo quanto calcolato dal Bloomberg Billionaires Index si piazza al 205esimo posto della speciale classifica delle persone più ricche al mondo con un patrimonio personale stimato in più di 9 miliardi di dollari (in aumento di quasi 2 miliardi rispetto all’anno precedente).
Oltre al club fiorentino, il patron viola è anche il proprietario di una franchigia sportiva storica negli Stati Uniti, ovvero i New York Cosmos, il leggendario sodalizio che negli anni settanta accolse, durante l’esplosione del fenomeno “soccer” al di là dell’oceano Atlantico, campioni del calibro di Pelè, Franz Beckenbauer e Carlos Alberto.
Commisso è soltanto l’ultimo dei grandi uomini d’affari italo-americani ad aver messo le mani (ed allargato i propri interessi) sulle squadre di calcio in Italia. Proprio come il presidente della Fiorentina, infatti, tanti sono stati attratti negli anni recenti dal business del calcio in Italia.
Nel corso di un recente report presentato dalla FIGC alla Camera dei Deputati è emerso come il movimento calcistico del Bel Paese muova qualcosa come 5 miliardi di euro. Più nel dettaglio, i guadagni portati dal calcio italiano rappresentano il 7% del PIL nazionale mentre, in totale, sono oltre 300mila gli addetti che operano a vario titolo in questo settore. Una industria a tutti gli effetti che coinvolge non solo gli addetti ai lavori ma anche e soprattutto milioni di tifosi sparsi per lo stivale (e oltre i confini nazionali), i primi ad alimentare e tenere in vita questa complessa macchina sportiva con la loro passione. Il merchandising, ad esempio, è una delle voci principali per ogni club di Serie A, come importante è anche il ruolo degli operatori della comunicazione che permettono ogni giorno di avvicinare i campioni dello sport più popolare al mondo alla gente comune.
Tornando alla classifica dei presidenti delle squadre di calcio italiane più ricchi non possiamo non citare gli Agnelli, non inseriti però nel database dell’indice stilato da Bloomberg. Per quanto è dato sapere, quello della famiglia che da quasi un secolo è proprietaria del club più vincente (e con più tifosi al seguito) del paese, la Juventus, è un patrimonio netto che si aggira intorno ai 13,5 miliardi di dollari, un numero che piazza la famiglia Agnelli al primo posto tra le figure imprenditoriali più ricche della Serie A. Tutto ebbe inizio nel 1923 quando Edoardo, figlio di quel Giovanni che è stato il fondatore della FIAT, per la prima volta venne nominato presidente della Juventus. Da allora gli Agnelli hanno sempre controllato lo storico sodalizio bianconero. Oggi è Andrea, figlio della seconda moglie di Umberto Agnelli, il numero uno della Vecchia Signora (e presidente dell’European Club Association) nonché l’unico ancora a tenere in vita il cognome di questa gloriosa stirpe che, tra i propri interessi, vanta il controllo della finanziaria Exor, la holding di famiglia che, tra le varie, possiede le quote di maggioranza del neonato gruppo Stellantis (PSA e Fiat Chrysler Automobiles).
Al terzo posto tra i presidenti di calcio più ricchi in Italia ecco il patron dell’Inter, il cinese Zhang Jindong. Mister Suning è tra i 50 imprenditori più ricchi della Cina e padre di Steven, oggi numero uno del sodalizio nerazzurro. Il patrimonio della famiglia Zhang è di poco inferiore agli 8 miliardi di dollari, secondo le ultime stime, in forte calo rispetto a quello calcolato un anno fa.
Il nome di Suning e degli Zhang è tornato di attualità nell’ultimo periodo, visto il momento di incertezza finanziaria che aleggia intorno al colosso di Nanchino e, di conseguenza, al sodalizio sportivo milanese. Tuttavia, nonostante le apparenti difficoltà economiche che il club nerazzurro starebbe attraversando, la maggior parte degli esperti di calcio in Italia considerano l'Inter ancora la squadra da battere nella corsa Scudetto, ragion per cui si può scommettere su William Hill, ad esempio, sulla vittoria degli uomini di Conte in campionato ancora con un discreto margine di successo. Zhang ha preso in mano le redini del club nerazzurro nel 2016, rilevando le quote di maggioranza del precedente proprietario dell’Inter, l’indonesiano Erick Thohir, che tre anni prima successe a Massimo Moratti, il presidente del Triplete.
Andando avanti nella nostra classifica troviamo Silvio Berlusconi, storico proprietario del Milan e oggi numero uno del Monza in Serie B. L’imprenditore e politico italiano ha un patrimonio di 7 miliardi di dollari ed è tra i 300 uomini più ricchi al mondo. Il Cavaliere ha portato il Milan ad essere una delle squadre più vincenti al mondo. Sotto la sua presidenza (cominciata nel febbraio del 1986 e conclusasi nel 2017), i rossoneri hanno vinto 8 scudetti, 5 Champions League, 3 Mondiali per club (di cui 2 Coppe Intercontinentali) e tanti altri titoli, per un totale di 29 trofei conquistati in 31 anni. Oggi è il miliardario Paul Singer, proprietario del fondo Elliott, a controllare il Milan. Il suo patrimonio è di quasi 3,5 miliardi di dollari.
Ancora. Tra i presidenti più ricchi in Italia non possiamo non citare la famiglia Saputo. Originari della Sicilia, i Saputo sono oggi tra gli industriali più importanti del settore dell’agroalimentare del Canada e Nord America (con esportazioni in oltre 40 paesi nel mondo). Parliamo in questo caso di un patrimonio netto di 5 miliardi di dollari. I Saputo, e nella fattispecie Joey (figlio del capostipite Lino Saputo), presiedono il Bologna in Serie A e la franchigia canadese dei Montreal Impact nel massimo campionato di calcio nordamericano.
Chiudiamo parlando del presidente dell’Atalanta, Antonio Percassi. Secondo Forbes è il 36esimo più ricco in Italia, con un patrimonio netto di 1 miliardo di dollari. Percassi ha avuto un passato da giocatore negli anni settanta proprio con la Dea; oggi è attivo nel campo immobiliare e del commercio al dettaglio con il gruppo KIKO Milano.