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A volte anche i piccoli negozi si inc....

Commercianti Uniti Firenze, gruppo che riunisce alcuni centri commerciali naturali, spiega la protesta che, da giovedì 26 prosegue fino a lunedì 30 novembre
Monica Coppoli, presidente del centro commerciale naturale di Borgo La Croce e portavoce del gruppo dichiara: "Siamo vittime di un sistema caotico e discriminatorio". «Noi esistiamo. Non siamo fantasmi. Chiediamo risarcimenti, equi e proporzionati alle perdite. Perché senza di noi la nostra città diventerà buia e insicura».  

Lunedì 30 novembre alle 12 il flash mob davanti alla 'casa' delle imprese del territorio, la Camera di commercio di Firenze, in piazza Mentana.
Aderiscono i centri commerciali naturali di Borgo La Croce, via Gioberti, via de' Neri, via Cavour, via dell'Oriuolo, Centostelle, Le Cure con via Boccaccio e via Firenzuola, via Guicciardini, piazza Pitti, piazza dei Rossi, piazza Santa Felicita, Ponte Vecchio, via Carlo del Prete, piazza Dalmazia, piazza Pier Vettori, le botteghe di Porta Romana, gli artigiani di Borgo Ss. Apostoli, via Giampaolo Orsini, via Datini, via Doni, San Jacopino.

Cinque giorni di mobilitazione che cadono non a caso nella settimana del Black Friday, il venerdì di sconti che ormai arricchisce solo le multinazionali dell'e-commerce. Fuori dalle vetrine e sui bandoni i commercianti delle strade che hanno aderito all'iniziativa esporranno cartelli con scritto 'Esistiamo'. 

«In centro ci sono commercianti chiusi da marzo perché non ci sono turisti. Ci sono anche gli artigiani dimenticati dalle istituzioni e negozi rionali e di quartiere che si domandano perché certe categorie sono state costrette alla chiusura e altre no», afferma Monica. 

«Il Covid purtroppo ha mietuto tante vittime, ma in questo momento siamo vittime anche noi di questo sistema così caotico. Come vittime chiediamo di poter parlare con le istituzioni per risolvere al più presto questa situazione. Tutti gli esercizi commerciali hanno perso un anno di lavoro tra chiusure e aperture a singhiozzo. Abbiamo rimanenze di magazzino, fornitori da pagare, dipendenti, affitti e poi le tasse. Noi vogliamo pagare tutto, fino all'ultimo centesimo, ma devono metterci in condizione di farlo. I risarcimenti devono essere equi e proporzionati alle nostre attività e alle nostre perdite».

Una Befana contro il Delivery-sfruttamento

L'appello dei ristoranti: "Le multinazionali ci stanno distruggendo. Aiutateci a tenere in vita le nostre attività"

Una giornata contro lo sfruttamento dei grandi colossi del food delivery per dare il via a una campagna di sensibilizzazione per sostenere le attività di vicinato. 

E' quanto ha deciso di lanciare a partire dal 6 gennaio Tni (Tutela Nazionale Imprese), il gruppo che rappresenta 40mila aziende in Italia. 

I locali che si affidano ai grandi del settore (che offrono un servizio completo con i loro rider e il sistema di gestione ordini) pagano una commissione agli operatori. «La commissione va dal 25 al 35%, dipende dalle condizioni economiche negoziate. A questa, si aggiungono le tariffe per l'attesa: per esempio, dopo più di 5 minuti dall'orario di ritiro, possono addebitarci 0,17 centesimi per minuto. Dopo più di 10 minuti dall'orario di ritiro possono addebitarci ulteriori 10 euro. Tra l'altro, tutti gli addebiti, le tariffe e le commissioni non includono l'Iva» scende nei dettagli Naccari.

Il portavoce Tni-Ristoratori Toscana mette sul tavolo le carte. In buona sostanza, su una fattura media di 2.400 euro, il costo dei servizi addebitati dall'operatore è di 859,91 euro a cui vanno aggiunti 570 euro di sanzione per ritardi nella consegna. "Da una fattura media di 2.400 euro – prosegue Naccari - ricaviamo 970 euro che non bastano né a ricoprire i costi della materia prima né tanto meno quelli del personale, delle utenze, etc. 

Il food delivery è insostenibile, ammazzerà i nostri spazi. Per questo chiediamo a tutti i ristoratori d'Italia di fare bene i conti in tasca, di spegnere i tablet e i computer e di accettare solo prenotazioni fatte direttamente al ristorante. Agli italiani chiediamo di aiutarci a tenere in vita i nostri locali e di non ordinare tramite le grandi piattaforme ma tramite i canali diretti delle attività".

L'iniziativa è sostenuta da Pasquale Naccari, portavoce di Tni e Ristoratori Toscana, lo chef Gianfranco Vissani, Virginia Derelitto di Aios Sicilia, Rocco Costanzo di Ristoratori Liguria, Alessia Brescia dei Ristoratori Veneto, Maricetta Tirrito dei Ristoratori Lazio, Pasquale Dioguardi di Movimento Impresa Puglia, Andrea Penzo Aiello di Veneto Imprese Unite, Michele di Costa di Ristoratori Calabria e Armando Pistolese di Associazione commercianti per Salerno. Con il Delivery-Day, gli imprenditori non solo hanno deciso di sottrarsi ai diktat delle multinazionali spegnendo i propri tablet e computer, ma anche di lanciare un appello a tutti gli italiani.

"Chiediamo a tutte le persone che hanno a cuore le attività di vicinato di aiutarci a tenere in vita i nostri locali. Come? Facendo i propri ordini telefonicamente direttamente presso i nostri punti vendita o servendosi dell'asporto e non tramite le piattaforme delle multinazionali che hanno sede all'estero e non pagano nemmeno le tasse in Italia. 

INFO E CONTATTI 338 5025789 – 331 4686387



Naccari (TNI Horeca Italia): “Siamo in ginocchio. Uniti blocchiamo l'Italia”

Scendono in piazza venerdì 26 marzo, lanciando l'hashtag #blocchiamolitalia, le imprese di TNI Horeca Italia, associazione nazionale autonoma nata nell'anno della pandemia, per una manifestazione nazionale di protesta insieme ai tassisti e ai commercianti contro le misure insufficienti messe in campo dal governo. 

La mobilitazione coinvolge diverse città italiane: Torino, Roma, Napoli e anche Firenze, dove un corteo mobile di taxi e mezzi privati parte alle 10 da via Simone Martini (zona via Canova, Isolotto) per concludersi in piazza Signoria

“Dopo un anno di pandemia, nulla è cambiato. Ancora una volta siamo stati presi in giro da tutte le forze politiche. Il Governo deve risarcire i danni subiti dalle nostre aziende, dovute alle chiusure e alle restrizioni anti contagio. Abbiamo già fatto ricorso contro la presidenza del Consiglio e attendiamo l'udienza del 4 giugno, ma nel frattempo abbiamo deciso di tornare nelle piazze, unendoci ai tassisti e ai commercianti in questa legittima protesta. Il decreto legge Sostegni – afferma Pasquale Naccari, presidente di TNI Horeca Italia  – è una delusione. Arriveranno briciole, totalmente insufficienti a salvare le nostre imprese. Intanto continuiamo a pagare tasse, contributi, utenze e non ce la facciamo più”. “Ci rivolgiamo a tutte le categorie e ai dipendenti delle nostre aziende, sfiniti dai ritardi della cassa integrazione. Uniamoci e blocchiamo l'Italia”, è l'appello di Naccari. 

Parola d'ordine: #riaprireinsicurezza!

Sono giorni caldi e non stiamo parlando del meteo. In tutto il Paese ristoratori, partite IVA, commercianti, ambulanti e lavoratori autonomi e del turismo, riempiono le piazze per protestare contro al politica delle chiusure che, evidentemente, non stanno portando grandi risultati visto il prolungamento dello stato di emergenza. 

La richiesta che prevale ormai non è tanto quella dei ristori o sostegni, oggettivamente irrisori rispetto alle perdite economiche subite da tutto questo settore in particolare, bensì quella della riapertura in sicurezza delle attività, portate allo sfinimento dall’insicurezza e dall’impossibilità di programmare alcunché.

In queste ore fioccano diversi annunci di manifestazioni.

Gli ambulanti di ASSIDEA (Associazione di tutela per gli operatori di mercato su suolo pubblico) si riuniscono in piazza Togliatti a Scandicci sabato 10 aprile alle 10.30.

Confcommercio Firenze invita tutti martedì 13 aprile alle 11 davanti alla Prefettura di Firenze per chiedere date certe sulla riapertura delle imprese e protestare contro le disposizioni vigenti. Convocate tutte le imprese del commercio, del turismo e dei servizi. I dirigenti vengono ricevuti dal Prefetto a cui consegnano le richieste affinché le trasmetta al Governo. L’iniziativa viene trasmessa in diretta tv alle ore 11.30 in collegamento con analoga manifestazione  a Roma promossa da Confcommercio e FIPE.  

Martedì 13 a Roma va in scena anche  "Una Volta, per Tutti. La Marcia pacifica dei lavoratori" organizzata dall'associazione "Roma Più Bella", I.H.N - Italian hospitality network, TNI Tutela nazionale imprese e LUPE ROMA che si riuniscono alle 11 al Circo Massimo.


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